Il gruppo ransomware Netwalker ha colpito l'unico fornitore di elettricità per la città di Karachi, K-Electric, con un attacco ransomware e chiede un riscatto di bitcoin da 7,7 milioni di dollari.
Secondo BleepingComputer, K-Electric è il più grande fornitore di energia del Pakistan e serve 2,5 milioni di clienti. Impiega 10.000 persone e da ieri i clienti non sono stati in grado di accedere ai servizi online del proprio account a causa dell'attacco.
Secondo il rapporto, a K-Electric è stata inviata una pagina di pagamento Tor, in cui gli operatori di ransomware chiedono 3,85 milioni di dollari in bitcoin come riscatto per decriptare i dati dell'azienda e smettere di interrompere i suoi servizi. Se il riscatto non viene pagato entro sette giorni, l'importo aumenterà a 7,7 milioni di dollari.
La pagina dice:
Se non viene effettuato alcun pagamento entro il 15 settembre, il prezzo aumenta di x2 e sarà di 7,7 milioni di dollari (765,6358 BTC).
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La pagina di pagamento include anche informazioni sui dati che il gruppo ransomware Newalker sarebbe riuscito a rubare a K-Electric prima di crittografare i suoi file. Non ha rivelato quanti dati sono stati rubati, ma è probabile che i documenti privati vengano rilasciati se l'azienda non paga. In alcuni casi, gli aggressori vendono le informazioni sui clienti sul dark web.
Secondo quanto riferito, Netwalker è attivo dallo scorso anno, infettando varie vittime. La sua minaccia è migliorata nel marzo di quest'anno, quando ha iniziato a reclutare hacker esperti ea concentrarsi sulle reti aziendali, scrive Bleeping Computer.
Un rapporto McAfee spiega che il cambio di tattica ha visto la banda di ransomware guadagnare oltre 2.795 BTC ($ 28,7 milioni) attraverso gli attacchi alle sue vittime. Si ritiene che i fondi siano immagazzinati negli indirizzi del portafoglio freddo della banda.
Secondo quanto riferito, Netwalker era dietro i recenti attacchi agli uffici dell'immigrazione argentini, alle agenzie governative degli Stati Uniti e all'Università della California di San Francisco (UCSF), che hanno pagato agli hacker un riscatto di 1,14 milioni di dollari.
Immagine in primo piano tramite Pixabay.